Come il fenomeno virale della nuova parola creata dal bimbo Matteo è cresciuto fino a coinvolgere personaggi e brand famosi. Ma la natura del fenomeno è molto simile a quella che è alla base delle unioni civili: il rapporto tra desiderio e società.
Non si parla di altro: le unioni civili e la nuova parola creata dal bimbo Matteo e "quasi" approvata dall'Accademia della Crusca per la nuova versione della lingua italiana; verrebbe da dire l'Italiano 2.0 approvato dal Web a furor di popolo, tanto che anche Matteo Renzi ne ha cavalcato l'onda, prima complimentandosi con Matteo (quindi anche un pò con se stesso visto che porta lo stesso nome), poi addirittura utilizzando il nuovo aggettivo alla presentazione dell'ambizioso progetto "Human Tecnopole" di riuso degli spazi e delle infrastrutture dell'EXPO di Milano.
Non c'è che dire. L'invenzione di Matteo e la richiesta per lettera della sua maestra Margherita (con il suo nome "petaloso") all'Accademia della Crusca, con relativa ed azzeccata (mediaticamente) risposta da parte di quest'ultima, in cui si riconosce la correttezza sintattica del nuovo aggettivo, ma se ne rimanda l'approvazione definitiva all'effettivo uso nella lingua parlata e scritta, hanno innescato un fenomeno virale imponente per aiutare Matteo a realizzare il desiderio di vedere il suo neologismo introdotto nel vocabolario della lingua italiana.
Ma non sempre gli aiuti sono disinteressati. I grandi brand, come i personaggi famosi (prima abbiamo visto Renzi), non fanno nulla per nulla, ed allora via tutti ad approfittare della notorietà di Matteo e della sua parola, cavalcando l'onda che sale come navigati surfisti.